i miei mostri
chiusi tra la testa e la cassa toracica
li so guardare per bene
e non mi spaventano
specie se rimango sotto un albero
o in cima ad una casa abbandonata
sogno continuamente un’onda
o un movimento
che dal centro porti alla vertigine
un’ala spezzata incollata ad un muro
ma non ho paura
solo che non piangano i bambini
non guaiscano i cani
mostri antichi con me da millenni
ancora prima
della nascita della terra
da un grembo enorme e misterioso
ho nominato ad una ad una le cose
e tra esse c’erano i deliri, le storture
le forme grottesche e meschine del vivere
arrivata ai piedi della fontana
l’acqua ghiacciata non è riuscita a placare il fuoco
e abbiamo lavato le mani con sabbia e cenere
un mostro grande come il mio cuore
tieni ben saldo nella tua mano destra
chi non teme questo morso impronunciabile, amore?