(studio di Partigrafie, 2014)
un macinino per le spezie
pulsa, questa piccola testa
tra manifestazioni di piazza
e manifestazioni
d’affetto
risalendo la superficie
come una bolla
sul punto di scoppiare
o cari, cari
palloncini rossi
gonfi e tesi nell’attesa
due donne
immagini nel cristallo
pronte ad implodere
in questa casa
senza voce
senza rosa
che sparga profumi
che dica
di quanta bellezza
è ancora affamata
questa piccola cosa aperta
che ingoia la madre
le ossa e la terra
raccoglie acqua salata
di quella che non cade
dai cieli, non s’apre
a forza
di tendere e spaccare
ma a che vale
questo desiderare
un corpo mobile
di serpente nel campo
immobile nella notte
gonfio di silenzio
per fame di stelle
di bianco che accechi
di luce che sgretoli
di cenere