ogni cosa viene nominata
fra le tue labbra, doppiamente purpuree
il sangue tutto assieme è affiorato alla bocca
—
nel sogno tenacemente sognato
nel sogno ricorrente
che bagnato ti rende alla veglia
senza fiato
e da un azzurro di specchi
si disseminino vetri minuti
in ognuno di essi sarà rivelata la forma
ognuno di essi inseguiremo
ognuno di essi terremo in ferme mani
uscendo allo scoperto
—
se dal primo giorno furono seminate parole
e germogli crebbero lì dove si era preparato il solco
quante parole
fiori perduti lasciammo cadere
intatti furono sepolti
per rimanervi obliati
sono iniziati gli anni in cui con ferme unghie
si scava
si scava
un latte la terra
al fianco con cura recisa
—
io sono un nome sulle tue labbra
passata come sotto una macina
di corpo in corpo
con la moltitudine della pelle e le sue metamorfosi
sono altro da ciò che ero
e così sempre
perduta la forma mite del chicco di grano
perduta cuticola che lo avvolge
perduta sacca che lo contiene
perduto stelo che lo sostiene
perduta radice
e terra, dalla radice trattenuta
ciò che resta della mutata farina
ancora muta
—
io sono un nome sulle tue labbra
tu sei un nome sulle mie labbra
e col nome tutta mi tradisci
e col nome tutto ti tradisco
—
…
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